Italiani tornano a legname, spese camino come rinnovabili

Gli italiani tornano ad accendere i caminetti al punto che il totale della legna bruciata ogni anno coincide con la spesa media destinato all'acquisto di energia elettrica e GPL. E' quello che si deduce leggendo gli ultimi dati Istat sul consumo medio annuale del legname usato nel nostro Paese per il riscaldamento domestico e l'acqua calda a uso sanitario.

"Non è poco perché in termini quantitativi - commentano Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale CODICI e Luigi Gabriele, Responsabile Affari Istituzionali - vuol dire che l'anno scorso sono stati consumati 17 milioni di tonnellate di combustibile proveniente dai boschi pari a 3,2 tonnellate pro capite". Più di una famiglia su cinque fa uso di legna per scopi energetici mentre solo il 4,1% utilizza pellets. Il consumo di legna è più elevato nei comuni montani (oltre il 40% delle famiglie), in Umbria e Trentino Alto Adige (poco meno di una famiglia su due) e, particolarità. in Sardegna (39%).

Anche il Sud contribuisce con una media del 22% delle abitazioni che ne fa uso. Non solo: come nell'800 si va nel bosco a raccogliere la legna da ardere nel camino. La metà delle famiglie, infatti non acquista la legna dai rivenditori ma, forse per colpa della crisi economica, si arrangia, raccogliendo da sé le fascine. "Nonostante da anni si parli di tecnologie avanzate nel settore - concludono Giacomelli e Gabriele - e l'Autorità per l'energia spinga per il riscaldamento attraverso il consumo d'energia elettrica, i camini nelle case continuano ad ardere a più non posso. Non possiamo che essere soddisfatti per questa dinamicità con cui le famiglie italiane tengono puliti i boschi.

Tuttavia è necessario ricordare che i caminetti domestici vanno fatti controllare da ditte specializzate almeno una volta l'anno e che non è permesso bruciare legna trattata chimicamente perché tossica".
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Europarlamento dice ok a libera scelta stati su Ogm


Via libera finale dell'Europarlamento alla direttiva che consentirà ai Paesi membri dell'Ue di limitare o proibire la coltivazione di organismi geneticamente modificati (ogm) sul territorio nazionale, anche se questi sono autorizzati a livello europeo. La nuova normativa sulla coltivazione degli ogm è stata approvata dall'Assemblea di Strasburgo con 480 voti a favore, 159 contrari e 58 astensioni. Dopo quattro anni di difficili negoziati, il compromesso finale fra Commissione europea, Consiglio Ue e Europarlamento è stato raggiunto durante il semestre di presidenza italiana dell'Ue.

''Il punto di novità europeo sugli Ogm è molto importante e si iscrive tra i successi del semestre di presidenza italiana Ue, non era scontato che andasse a finire così'' ha detto il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, rilevando che ''l'Italia fa bene a lavorare oltre il tema 'Ogm sì Ogm no', confermando la non coltivazione perché il nostro modello agroalimentare ha bisogno di posizionarsi sulla distintività''. ''In Italia - aggiunge Martina - rinnoveremo il divieto di coltivazione del mais Mon810 e proprio nei prossimi giorni ci confronteremo con i ministri Lorenzin e Galletti per procedere''. Martina precisa che l'accordo raggiunto con il Parlamento Europeo ha migliorato il testo approvato in prima lettura dal Consiglio europeo nel giugno scorso sotto tre aspetti rilevanti. Il ministro si riferisce alle valutazioni sui rischi ambientali e sanitari, di competenza dell'Agenzia europea per la sicurezza alimentare, che dovranno essere aggiornate ogni 2 anni per tener conto del progresso scientifico e del principio di precauzione, pilastro del diritto ambientale internazionale; gli Stati Membri possono chiedere, tramite la Commissione europea, alle imprese produttrici di Ogm, di escludere i loro territori dal novero dei Paesi nei quali intendono chiedere l'autorizzazione europea alla coltivazione, una fase di negoziato con le imprese che non è più obbligatoria, con gli Stati che potranno decidere di passare direttamente al divieto di coltivazione per le motivazioni indicate nella Direttiva; gli Stati Membri, prima di introdurre il divieto di coltivazione, dovranno comunicare il relativo provvedimento alla Commissione europea e attendere 75 giorni per il parere, ma durante questo periodo di attesa gli agricoltori non potranno comunque procedere alla semina dei prodotti interessati dall'ipotesi di divieto.

''Si Europarlamento a direttiva per libertà Stati su coltivazione Ogm. Grande risultato Italia, risposta a chi parla di Semestre improduttivo'' ha commentato su twitter il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti.

Relatrice Pe, accordo dà più libertà e flessibilità
Il compromesso votato oggi dagli eurodeputati sulla coltivazione degli Ogm "darà più libertà, più flessibilità agli Stati membri, ma anche maggiore certezza giuridica". Esulta Frederique Ries, l'eurodeputata liberale belga relatrice dell'Europarlamento della nuova direttiva approvata dall'Assemblea di Strasburgo sugli Ogm. Soddisfatto anche il gruppo dei socialisti, che hanno "sostenuto il miglioramento" ma avrebbero voluto vedere inclusa anche la responsabilità finanziaria per i responsabili di eventuali contaminazioni. Ries sottolinea come le nuove regole vadano a sanare una situazione "inaccettabile", in cui Stati e regioni "sono costretti ad andare in tribunale se vogliono limitare o proibire la coltivazione degli ogm". L'eurodeputata liberale attacca quindi quanti hanno votato contro il testo, come Verdi e Movimento Cinque Stelle, secondo Ries a favore dello status quo e quindi "semplicemente non credibili". "Gli Stati membri e i consumatori adesso possono sentirsi più sicuri in fatto di ogm" commenta Matthias Groote, portavoce tedesco per ambiente, sicurezza alimentare e salute del gruppo dei socialisti del Parlamento europeo. "Il nostro rimpianto è che non ci sarà un fondo per compensare gli agricoltori le cui colture sono state contaminate" conclude Groote.
Andriukaitis, Stati ad un passo su libertà di decidere
"Il voto del Parlamento europeo a favore della proposta legislativa sulla coltivazione di Ogm ci porta ad un passo dal fornire agli Stati membri gli strumenti per decidere sulla coltivazione di Ogm sul loro territorio, sulla base di motivi diversi dai rischi per la salute e per l'ambiente autorizzati". E' il primo commento del commissario europeo alla salute e responsabile del dossier, Vytenis Andriukaitis, che ha tenuto a congratularsi con il Parlamento europeo ed con il Consiglio Ue, "per essere riusciti a superare le loro divergenze facendo un significativo passo in avanti, dopo 4 anni di intensi dibattiti sulla questione". Per Andriukaitis, "l'accordo soddisfa i costanti appelli degli Stati membri che dal 2009 chiedono di avere l'ultima parola sull'opportunità o meno di coltivare Ogm sul loro territorio, al fine di tenere meglio in considerazione il loro contesto nazionale". Il commissario ricorda anche che "l'accordo mantiene una forte valutazione del rischio e un sistema di autorizzazione per gli Ogm che garantiscono un livello elevato e uniforme di sicurezza in tutta l'Ue". Confido pienamente - conclude il commissario - "che questa normativa sarà approvata nelle prossime settimane dal Consiglio Ue, per consentire agli Stati membri di decidere sulla coltivazione di Ogm a partire dalla primavera di quest'anno".

Fidenato, Fvg non è free, presto semineremo ancora.
"Il Friuli Venezia Giulia non è assolutamente Ogm free come ha trionfalmente annunciato il vice presidente della Regione Fvg Bolzonello: nelle prossime settimane procederemo all'ennesima semina di Mon 810, questa volta utilizzando delle serre". Lo ha annunciato il leader di Agricoltori Federati, Giorgio Fidenato, precisando che "la norma regionale cozza contro l'ordinamento europeo e la scelta fatta dalla Ue". "La Regione si prepari - ha ammonito Fidenato - la comunicazione preventiva alla semina di Ogm è già pronta ad essere inviata alle autorità competenti e stavolta non sarò soltanto io a procedere con questo tipo di sementi Ogm".

La Via (Ncd), ora flessibilità e certezza giuridica
"Con la nuova legislazione abbiamo assicurato flessibilità e certezza del diritto, dando ascolto ai nostri cittadini e alle loro esigenze, visto che quello degli Ogm è un tema molto sensibile e su cui c'è un forte dibattito nell'opinione pubblica". Così Giovanni La Via (Ncd/Ppe), presidente della commissione Ambiente dell'Europarlamento, commenta l'ok dell'Assemblea di Strasburgo alla nuova direttiva europea sulla coltivazione degli Ogm. "Quello di oggi è un accordo che aspettavamo da tempo, arrivato dopo un lungo negoziato" afferma La Via, secondo cui il compromesso raggiunto "rappresenta l'unico accordo possibile, e come ogni buon compromesso lascia un po' di amaro in bocca a tutte le parti coinvolte" . Il presidente della commissione ambiente dell'Europarlamento ringrazia poi il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti "che ha guidato la fase decisiva del negoziato per il Consiglio", e la relatrice, la collega belga Frederique Ries "per il lavoro svolto per il Parlamento".
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Papa in Asia, per dialogo fedi e ecologia

Per la seconda volta in 5 mesi Papa Francesco fa rotta verso l'Asia dove si mescolano religioni e etnie diverse. In primo piano anche i problemi ambientali. Bergoglio è partito da Roma per il settimo viaggio internazionale del pontificato nel quale visiterà Sri Lanka e Filippine. Percorrerà una distanza di quasi 25mila chilometri e terrà 11 discorsi. Nello Sri Lanka canonizzerà Joseph Vaz, missionario del '600. Nelle Filippine porterà solidarietà alle vittime del tifone Yolanda.
   
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