Territorio fragile: in Italia rilevati in media 34 terremoti al giorno

Il database Iside dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) ha segnalato il raggiungimento di un record significativo: la quota 100mila terremoti da quando ha iniziato ad archiviare e distribuire i dati della sismicità in Italia, cioè dal 16 aprile 2005. Quindi, la media dei terremoti rilevati dalla Rete sismica nazionale in 8 anni è superiore ai 12.000 eventi per anno, più di 1.000 al mese, intorno ai 34 terremoti al giorno.
«Naturalmente questo valore medio ha delle oscillazioni notevoli, che possono passare da minimi di una decina di eventi al giorno fino a punte di qualche centinaia in occasione di sequenze sismiche importanti- hanno spiegato dall'Ingv- Il centomillesimo evento sismico italiano su Iside è avvenuto il 26 aprile 2013 alle 2:53 (italiane) e ha avuto magnitudo 0.7, ben al di sotto della soglia dell'avvertibilità. E' avvenuto nella zona di Città di Castello, in Umbria, dove da alcuni giorni è in atto una sequenza sismica molto ricca di terremoti».
Con il sistema Iside è possibile selezionare i dati per area geografica, per classi di magnitudo, per data o con altri criteri, ed è possibile anche visualizzare in mappa i terremoti selezionati o esportarli e vederli con Google Earth.
La mappa ricavata da Iside mostra un'Italia quasi ovunque attiva. «La regione meno attiva è la Sardegna, dove i processi geologici si sono rallentati e praticamente fermati molti milioni di anni fa-hanno aggiunto dall'Ingv- Al contrario, tutta l'Italia peninsulare risulta attiva, con una fascia pressoché continua di epicentri dalla pianura padana alla Sicilia. Anche l'arco alpino risulta attivo, particolarmente nei settori occidentale e orientale. Il Mar Tirreno è caratterizzato da terremoti profondi anche alcune centinaia di chilometri a causa della "subduzione" della litosfera del Mar Ionio sotto la Calabria».
Dal 2005 i sismologi, tecnologi e tecnici hanno analizzato alcuni milioni di sismogrammi, giorno dopo giorno, per tenere aggiornato Iside. Nel corso degli anni Iside è diventato sempre più popolare ed è stato migliorato per andare incontro alle esigenze dei ricercatori e di tutti i cittadini che lo consultano.
grenreport.it

Ue, solo 15 stati dicono stop a pesticidi-killer api


BRUXELLES - Sara' la Commissione europea a introdurre il divieto di utilizzare per due anni alcuni pesticidi-killer per la sopravvivenza delle api. Lo hanno indicato fonti qualificate all'Ansa precisando che il Comitato Ue di appello riunitosi a Bruxelles non ha espresso una maggioranza contraria alla proposta della Commissione: 15 stati hanno votato a favore, 7 con l'Italia contro, 4 le astensioni.

Il no dell'Italia e' legato all'introduzione da parte di Bruxelles di nuovi divieti per i 'trattamenti foliari'. La Commissione europea, pur proponendo lo stesso approccio per lottare contro la moria della api, ha tuttavia esteso la proposta iniziale con una serie di condizioni piu' restrittive nell'applicazione delle misure. Interventi, si apprende da fonti comunitarie, che hanno oggi indotto l'Italia a votare contro nel Comitato europeo di appello mentre, il 15 marzo scorso, nel precedente Comitato di esperti europei, aveva votato a favore della proposta della Commissione europea.

A favore quindi del pacchetto di interventi, aggiungono le fonti, si sono pronunciati Belgio, Bulgaria, Danimarca, Germania, Estonia, Spagna, Francia, Cipro, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Olanda, Polonia, Slovenia e Svezia.

Contrari, oltre all'Italia, Regno Unito, Ungheria, Austria, Portogallo, Romania e Slovacchia. Si sono astenute, Grecia, Irlanda, Lituania e Finlandia. La Commissione europea, pur proponendo lo stesso approccio per lottare contro la moria della api, ha tuttavia esteso la proposta iniziale con una serie di condizioni piu' restrittive nell'applicazione delle misure.

Interventi, si apprende da fonti comunitarie, che hanno oggi indotto l'Italia a votare contro nel Comitato europeo di appello mentre, il 15 marzo scorso, nel precedente Comitato di esperti europei, aveva votato a favore della proposta della Commissione europea.

A favore quindi del pacchetto di interventi, aggiungono le fonti, si sono pronunciati Belgio, Bulgaria, Danimarca, Germania, Estonia, Spagna, Francia, Cipro, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Olanda, Polonia, Slovenia e Svezia.

Contrari, oltre all'Italia, Regno Unito, Ungheria, Austria,Portogallo, Romania e Slovacchia. Si sono astenute, Grecia, Irlanda, Lituania e Finlandia. 


GREENPEACE, E' UN ALTRO PASSO AVANTI
Il voto europeo sul bando temporaneo di tre pesticidi nocivi per la salute delle api ''e' un altro passo verso il bando parziale dei pestici killer delle api e ci dice chiaramente che esiste una forte determinazione a livello scientifico, politico e civile a sostenere il bando. Adesso la Commissione deve fermare immediatamente l'uso di questi pesticidi, il primo passo per proteggere colture ed ecosistemi''. L'esortazione arriva da Greenpeace, secondo cui ''qualunque tentennamento significherebbe cedere di fronte alle pressioni di giganti come Bayer e Syngenta''. ''Il declino delle api e' uno degli effetti piu' visibili e inequivocabili del fallimento dell'agricoltura di stampo industriale, che inquina l'ambiente e distrugge i migliori alleati degli agricoltori, gli insetti impollinatori'', afferma Federica Ferrario, responsabile della campagna Agricoltura sostenibile di Greenpeace Italia. ''E' ora di smettere di incentivare pratiche agricole intensive basate sull'uso della chimica, per investire, invece, nello sviluppo di un'agricoltura di stampo ecologico e sostenibile sul lungo periodo''. 

LEGAMBIENTE E UNAAPI, ORA COMMISSIONE UE FORMALIZZI MORATORIA
"Salutiamo positivamente la notizia dell'esito della votazione del comitato Ue sulla moratoria di due anni su tre tipi di pesticidi dannosi per molti insetti e in particolare per le api. Nonostante l'Italia sia tra i paesi che hanno votato contro questa decisione, per motivi legati alla maggiore regolamentazione dell'uso di queste molecole, stimiamo positivamente il fatto che il voto a favore espresso dalla maggioranza dei paesi membri corrisponda all'opinione più diffusa tra i cittadini e gli operatori del settore europei". I presidenti di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, e dell'associazione degli apicoltori Unaapi, Francesco Panella, commentano così la notizia sui pesticidi-killer che arriva da Bruxelles. "Adesso - affermano - attendiamo fiduciosi la formalizzazione della moratoria da parte della Commissione europea".

ansa

Europa indietro su emergenza clima


(Di Chiara Spegni)

BRUXELLES - I Paesi europei sono ancora indietro nel fare fronte all'emergenza clima: qualcosa si muove, ma "tutti hanno ancora molto lavoro da fare". Questo il giudizio dell'Agenzia europea dell'ambiente (Aea), che oggi ha pubblicato il suo primo rapporto sull' 'Adattamento in Europa' ai cambiamenti climatici.

Ormai le temperature medie sono in crescita in tutta Europa, mentre le precipitazioni stanno diminuendo a Sud e aumentando a Nord. Secondo Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell'Aea "l'adattamento consiste in nuovi modi di pensare e affrontare rischi e pericoli, incertezza e complessità. Richiederà agli europei di cooperare, imparare gli uni dagli altri e investire in trasformazioni a lungo termine necessarie". Qual è la ricetta giusta? Non ne esiste una valida per tutti, ma serve sicuramente un mix di varie misure, da quelle tecnologiche a quelle mirate al ripristino degli ecosistemi naturali, fino a nuove politiche. Alcuni pionieri, specie a livello locale, in Europa e anche in Italia, si stanno già dando da fare.

Un progetto apripista è quello del ripristino del bacino naturale del Danubio, con un costo stimato di 183 milioni di euro, che aiuterà a prevenire i gravi danni provocati dalle inondazioni, considerando che solo l'alluvione del 2005 è costato 396 milioni. Dopo l'inondazione del 2011, Copenaghen ha formulato un suo piano d'azione urbano, mentre la regione delle Fiandre in Belgio ha messo a punto un piano per gestire il fiume Schelda. 

Anche l'Italia presenta casi scuola: dopo l'esperienza della febbre Chikungunya nel 2007, il sistema di allarme precoce sul fronte salute e sicurezza messo in piedi dall'Emilia Romagna si occupa della prevenzione di rischi per la salute in caso di ondate di calore in città, mantiene strumenti di allerta di pericoli meteo e idrogeologici e monitora anche l'insorgere di malattie diffuse tramite il vettore della zanzara tigre. Altro modello è quello di una città come Milano, che con il suo 'piano anti-caldo' mette a disposizione di anziani e disabili un numero verde, per servizi come la consegna dei pasti e cure domiciliari. Altre città dotate di piani 'anti-canicola' sono ad esempio Parigi e Ginevra. 

Nell'area del Mediterraneo l'emergenza clima mette a rischio la disponibilità di oro blu. Un problema noto a Barcellona, che si è dotata di un impianto di desalinizzazione da 200mila metri cubi al giorno, soddisfando il 20% dei suoi bisogni di acqua potabile. Un altro allarme da non sottovalutare è quello che riguarda il settore multimiliardario del vino, così sensibile al microclima locale. In Spagna c'é chi sperimenta per la sua produzione altitudini più elevate sui Pirenei, oppure ha piantato nuovi vitigni in Argentina e Cile. Un altro progetto spagnolo, Demeter, cerca invece di individuare nuove varietà di uva partendo dalla genetica di quelle esistenti. La sfida per convivere con il nuovo clima per l'Europa è cominciata.

ansa

Ecco casi di meteoriti entrati in collisione con la Terra sono numerosi e alcuni sono molto antichi

Meteorite Russia, è esploso per nove volte. Hack: “Fenomeno molto strano” "Per non bruciare significa che i frammenti - sostiene l'astronoma - erano molto grossi; in caso contrario avremmo visto soltanto una scia luminosa, quella che tutti chiamano stella cadente". Per Giovanni Valsecchi, esperto di meteoriti dell'INAF-IAPS di Roma, le immagini della pioggia di detriti saranno utilissime per capire scientificamente l'accaduto.

 I casi di meteoriti entrati in collisione con la Terra sono numerosi e alcuni sono molto antichi. Il più famoso risalirebbe a circa 250 milioni di anni fa ed è considerato responsabile della cosiddetta estinzione del Permiano-Trassico, in cui vennero cancellate il 90 per cento delle specie viventi. A un altro meteorite, schiantatosi nella penisola dello Yucatan 65 milioni di anni fa, è attribuita un’estinzione di massa alla fine del periodo Cretaceo che portò alla scomparsa dei dinosauri terrestri Mesozoici. Il meteorite spazzo’ via dalla Terra i dinosauri e il 75 per cento delle specie viventi, tra il Cretaceo e il Terziario. In epoca moderna, gli impatti astronomici più rilevanti non hanno avuto queste disastrose conseguenze. 

 I precedenti 30 giugno 1908: sul fiume Tunguska, nella Siberia centrale, in Russia, esplode un frammento di ghiaccio della cometa Encke a 5-10 chilometri di quota, con una forza calcolabile in circa 3-5 Megatoni (pari a circa 300 bombe atomiche sganciate su Hiroshima). Il frammento abbatte 80 milioni di alberi su una superficie di 2.150 chilometri quadrati. Si stima che eventi del genere si verifichino ogni 300-600 anni. Ci furono migliaia di animali abbattuti e, stando alle testimonianze locali, molti cacciatori e abitanti di povere capanne feriti ed ustionati; ma, a quanto sembra, nessun morto. 

13 agosto 1930: una grande caduta meteoritica investe il corso del fiume Curuca, in Brasile, una zona chiamata, appunto, la “Tunguska brasiliana”. 

30 novembre 1954: è il primo caso conosciuto di persona colpita da un meteorite. A Sylacauga, in Alabama, una condrite di 4 chili buca il tetto di una casa e colpisce Ann Hodges che si trovava nel suo salotto, ferendola a un’anca. 

9 ottobre 1992: l’auto della signora Michelle Knapp di Peekskill, nello Stato di New York, è colpita in pieno da un meteorite di una dozzina di centimetri. 

 18 gennaio 2000: una sfera di fuoco esplose sopra la città di Whitehorse, nello Yukon canadese, a un’altezza di circa 26 chilometri, illuminando a giorno il cielo notturno. Si stima che il meteorite prodotto dalla palla di fuoco abbia 4,6 metri di diametro e un peso di 180 tonnellate. 

 15 settembre 2007: una condrite si schianta nei pressi del villaggio di Carancas, nel sud-est del Perù, vicino al Lago Titicaca, formando un cratere che presto si riempie d’acqua e spargeva gas mefitici attorno all’area circostante. Molti residenti dell’area si ammalano, apparentemente a causa dei gas nocivi emessi sprigionati dall’impatto. 

7 ottobre 2008: un meteorite classificato come 2008 TC3 viene rilevato nella sua traiettoria per 20 ore, mentre si avvicina alla Terra; impatterà nel deserto del Sudan dove verranno recuperati numerosi detriti. E’ la prima volta che un frammento di meteorite viene avvistato prima che raggiunga l’atmosfera. 

 21 novembre 2009: nel nord del Sudafrica venne avvistata una palla di fuoco, ripresa da telecamere delle polizie e probabilmente il meteorite colpisce un’area remota al confine con il Botswana. 
fonte: ilfatto quotidiano